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Firenze, 8 ottobre 2022. Ripartire da dove tutto ha avuto inizio. Si inaugura oggi alle ore 11 L’oro bianco di Sesto Fiorentino – Opere del Settecento dal Museo Ginori (8 ottobre 2022 – 16 aprile 2023) la mostra della ripartenza in grande stile di uno dei più importanti musei d’impresa italiani, allestita nella Sala Meucci della Biblioteca E. Ragionieri di Sesto Fiorentino, originaria sede della più antica manifattura di porcellane ancora attiva in Italia e del museo Ginori prima del suo trasferimento, nel 1965, nel nuovo edificio, chiuso dal 14 maggio 2014 per lavori di risanamento e ristrutturazione ancora in corso.
Curata da Andrea Di Lorenzo, Oliva Rucellai e Rita Balleri, la mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Museo Archivio Richard Ginori (istituita nel dicembre 2019) in collaborazione e con il sostegno della Direzione generale Musei Toscana, il Comune di Sesto Fiorentino, la Biblioteca Ragionieri e Arterìa.
Quarantacinque le opere esposte rappresentative della magnificenza della prima produzione Ginori.
“Abbiamo selezionato oggetti per noi particolarmente significativi – afferma Oliva Rucellai – o perché distinguono nettamente la produzione Ginori rispetto a quella di alte manifatture dell’epoca o perché, pur riprendendo temi diffusi anche altrove, li interpretano con particolare eleganza e sapore”
Un distillato di virtuosismo eclettico e ricercatezza è quello che accoglie il visitatore in questa piccola ma preziosa esposizione che mette in scena piccoli e grandi capolavori, come il Busto del fondatore, il marchese Carlo Ginori, figura di punta di una aristocrazia illuminata che nel 1737 diede avvio alla sua pionieristica impresa. In mostra anche la riduzione della Venere de’Medici degli Uffizi che rientra nel genere del Souvenir da Grand Tour e ci parla del gusto antiquario dell’epoca. L’opera è esposta insieme alle antiche forme in gesso originali con l’intento di avvicinare il pubblico alla tecnica di foggiatura della porcellana, illustrata in mostra anche grazie ad un video.
Fra i vari pezzi in mostra destano interesse e curiosità i vasi del cosidetto “Museo delle Terre” che testimoniano le ricerche condotte negli anni Quaranta del ‘700 da Carlo Ginori e da alcuni eruditi fiorentini per ‘scovare’ minerali meno costosi del caolino da impiegare nella preparazione dell’impasto della porcellana.
Le tazzine, i piccoli vassoi e la placca con il doppio ritratto documentano lo sforzo e le sperimentazioni compiute agli esordi per mettere a punto le varie fasi di fabbricazione della porcellana, dalle ricette per impasti, alle vernici, colori, tecniche di foggiatura, decorazione e cottura.
In mostra le maschere originali per i caratteristici decori ‘a stampino’ che, in maniera ardita per quei tempi, la manifattura di Doccia, nata come impresa privata a caccia di sempre nuove soluzioni che coniugassero costi e benefici, applicò ad un materiale prezioso come la porcellana.
Alla prima produzione Ginori appartiene la tipologia dei gruppi scultorei per l’apparecchiatura della tavola, per i cosidetti surtout da dessert, presenti in mostra con vari esemplari, il cui modello è riconducibile a Gaspero Bruschi, capo modellatore della manifattura. Tra questi la serie degli ‘orientali’, una delle più riuscite prodotte a Doccia, risalente al 1760, formata da ventiquattro personaggi in costumi di diversi popoli dell’Impero Ottomano 1760.
Preziosi ed eleganti anche i gruppetti policromi d’ispirazione arcadico-pastorale, le maschere tratte dalla Commedia dell’Arte con la funzione di rinfrescatoi per bottiglie e alcune maioliche con ricchi ornati in bianco e blu che mostrano l’influenza dei manufatti francesi di Rouen e Nevers.
La mostra è visitabile negli orari di apertura della Biblioteca Tel.055 4496851
Fiamma Domestici